L’antropologa e le “Lettere da una tarantata”

Pubblicato da Squilibri il classico di Annabella Rossi

di Sergio Torsello

in Nuovo Quotidiano di Puglia,Venerdì 9 Gennaio 2015

A vent’anni esatti dall’ultima ristampa, torna in libreria (per iniziativa della casa editrice romana Squilibri), un “classico” della tradizione antropologica italiana “ambientato” nel Salento: Lettere da una tarantata di Annabella Rossi. Il libro, apparso originariamente nel 1970 per i tipi delle Edizioni De Donato di Bari con una nota linguistica di Tullio De Mauro (che diventerà in breve un testo di riferimento per gli studi sull’uso da parte dei ceti subalterni dell’”italiano popolare unitario”), raccoglie le 65 lettere che la tarantata Anna, nome fittizio di Michela Margiotta, contadina semianalfabeta, nata a Ruffano nel 1898, inviò tra il 1959 e il 1965 all’antropologa Annabella Rossi. La studiosa e la tarantata si erano incontrate nella chiesa di San Paolo a Galatina nell’estate del 1959, durante la celebre inchiesta di Ernesto De Martino sul tarantismo salentino alla quale la Rossi partecipò come intervistatrice. Anna si dichiara afflitta contemporaneamente da tarantismo e da “male di San Donato”, i due “mali culturali del Salento” come scriverà la stessa Rossi. Con le sue lettere ingenue e sgrammaticate, che tradiscono l’”innamoramento” per l’antropologa, Anna apre un significativo spiraglio di luce non solo sull’”ideologia popolare della taranta” e sul mondo “magico” del Salento, ma anche sulle reali condizioni esistenziali delle classi subalterne del Mezzogiorno d’Italia nel dopoguerra. Persone “vive” che l’incipiente cultura di massa relegherà sempre più nell’oblio dell’isolamento e dell’esclusione. Nel 1994, in pieno clima di revival del tarantismo, il libro era stato ristampato dalle edizioni Argo di Lecce con un denso saggio introduttivo di Paolo Apolito (riproposto nella nuova edizione) incentrato sulla scrittura etnografica e sulle complesse dinamiche interazionali che si instaurano sul campo (luogo elettivo di germinazione della conoscenza antropologica) tra l’antropologo e i suoi interlocutori. “Un esempio ante litteram di antropologia dialogica”, lo definisce Apolito, che oltretutto offre per la prima volta uno sguardo dall’interno sul fenomeno e sui suoi protagonisti. La nuova edizione, edita dalla casa editrice romana Squilibri (pp.192, euro 19), è in distribuzione dal 10 Dicembre.

 

Un’intervista di Sergio Torsello all’antropologo Paolo Apolito sul libro si può leggere cliccando qui

 

Una ampia selezione di scritti di Sergio Torsello, pubblicata con il consenso dell’autore, si può leggere cliccando qui

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi

Lascia una risposta