Uno speciale sul tamburello salentino su “Melissi – Le culture popolari”

di Sergio Torsello, 6 novembre 2013

melissitambE’ in distribuzione l’ultimo numero di Melissi, la rivista di culture popolari edita da Besa. Nella parte monografica del fascicolo (pp. 80) si pubblicano (a cura di Sergio Torsello e Paolo Pacciola) alcuni degli interventi svolti da musicisti e studiosi nell’ambito di due convegni (tenutisi a Zollino a Cutrofiano nel 2012) sul ruolo e le nuove funzioni dello strumento principe della musica tradizionale salentina: il tamburo a cornice. I contributi sono di Eugenio Imbriani (Tamburi e narrazione), Claudio “Cavallo” Giagnotti, (Tamburreddhu o tamburello), Paolo Pacciolla (Battere nuovi ritmi. Prospettive per il futuro del tamburello salentino), Luigi Chiriatti (Sul tamburello e dintorni) e Giovanni Amati (La tradizione del tamburo a cornice tra Bassa Murgia e Salento).

Antropologo e lucido osservatore del fenomeno revivalistico salentino, Eugenio Imbriani traccia un quadro sintetico ma puntuale delle “narrazioni” sul tamburo nella letteratura antropologica, evidenziando la contrapposizione tra rumore e suono organizzato, sottolineando al contempo l’importanza della conoscenza dei codici e delle pratiche musicali, ma anche il rischio che la pedissequa imitazione degli anziani possa diventare un limite alla creatività; Claudio “Cavallo” Giagnotti, musicista e animatore del primo dei due convegni citati in apertura (dal titolo emblematico Tamburreddhu o Tamburello, dove la distinzione linguistica implica una sostanziale differenza organologica) ricostruisce sulla scorta della sua personale vicenda di musicista implicato nel revival salentino, gran parte dei temi posti in questa sede soffermandosi in particolare sulla necessità di una corretta informazione e di un tentativo di riarticolare anche sotto il profilo musicale il rapporto tra modernità e tradizione. Etnomusicologo e musicista, esperto di tradizioni percussive dell’area mediorientale e indiana, Paolo Pacciolla (promotore del secondo convegno dal titolo Battere nuovi ritmi) offre invece uno stimolante spunto comparativo tra le tradizioni musicali salentine legate al tamburello e quelle di una regione dell’India, lo stato dell’Orissa, attraversata dagli stessi complessi fenomeni di rifunzionalizzazione contemporanea di antiche pratiche musicali locali ma con esiti del tutto diversi rispetto a quelli salentini. Luigi Chiriatti, ricercatore di storia orale e protagonista del primo folk revival degli anni ’70, pone a confronto i due differenti contesti all’interno dei quali ha preso corpo la riscoperta del tamburo a cornice in ambito locale: i primi anni ’70 e il Salento contemporaneo. Infine Gianni Amati, giovanissimo musicista e ricercatore non accademico, offre un primo saggio di una indagine sul campo ancora in corso che investe i repertori, i contesti, i materiali, le figure degli esecutori, le pratiche strumentali e costruttive relativi al tamburo a cornice nell’area salentina e pugliese.

Il fascicolo si chiude con due contributi di Sergio Torsello: la recensione di Morso d’amore di Luigi Chiriatti e una intervista alla fotografa Chiara Samugheo, autrice del primo reportage fotografico sul tarantismo apparso nel 1955 sulla rivista Cinema Nuovo.

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi

Lascia una risposta