I canti della Valnerina ternana dalla campagna alla fabbrica

paparelli-valnerinadi Vincenzo Santoro

da Anci Rivista, marzo/aprile 2013Alla fine dell’Ottocento, l’area di Terni fu interessata dall’insediamento di una delle più grandi industrie italiane, destinata alla produzione dell’acciaio. Questo evento comportò profonde modificazioni nell’assetto economico e sociale del centro della Valnerina – che assunse le caratteristiche di una tipica “città fabbrica” – ma condizionò anche le zone limitrofe, soprattutto per l’imponente esodo di forza lavoro dall’agricoltura – tale era stata la vocazione principale della regione per secoli – agli impieghi nell’acciaieria.

La “classe operaia” ternana, fiera e fortemente coesa, ha espresso nei decenni una decisa e spesso radicale conflittualità sociale, di cui rimane traccia anche in un ricco patrimonio di canti, in cui i modi tipici della musica di tradizione rurale si uniscono a testi e contenuti di rivendicazione sociale e politica.

A partire dagli anni ’70 del secolo scorso, questo ricco e singolare patrimonio orale è stato oggetto di una importante indagine sul campo, coordinata dagli studiosi Alessandro Portelli e Valentino Paparelli (da poco prematuramente scomparso), che si configurò non solo come una ricerca finalizzata alla documentazione e alla raccolta di testimonianze ed esecuzioni musicali, ma come un vero e proprio momento di scambio fra alcuni cantori locali (fra cui Dante Bartolini, Amerigo Matteucci – per molti anni sindaco del piccolo comune di Polino, Luigi Matteucci, Trento Pitotti, Pompilio Pileri) e il gruppo romano del Circolo “Gianni Bosio”, che comprendeva alcuni musicisti dell’ambito del folk-revival” urbano.

I risultati di questa collaborazione furono molteplici. Da una parte il Gruppo della Valnerina fu portato ad assumere una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza della propria cultura, ritrovandosi inoltre ad esibirsi con successo anche in contesti molto distanti da quelli originari (come i teatri di Roma e di Francoforte). Dall’altra, i loro canti e le loro musiche, a cavallo fra la società contadina e il mondo operaio, diventarono la base feconda del repertorio del Canzoniere del Lazio – una delle esperienze più importanti del folk-revival nazionale – e in seguito anche di altri artisti.

Oggi questa esperienza interessante ed emblematica viene ripercorsa in un libro da poco pubblicato dall’editore Squilibri (La Valnerina Ternana. Una proposta di ricerca intervento, 1972-1975, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli), che, oltre alla testimonianza di quegli anni gloriosi e pieni di speranze, restituisce nei due cd allegati, una esemplificazione del repertorio dei cantori del Gruppo della Valnerina, e le rivisitazioni prodotte negli anni da alcuni musicisti “cittadini”, come Giovanna Marini, Lucilla Galeazzi, il Canzoniere del Lazio, Piero Brega con gli Almamegretta, Sara Modigliani e La Piazza. Si tratta, per usare le parole dell’introduzione al volume, “del modo in cui questi suoni e queste parole hanno attraversato le barriere culturali, continuando a trasformarsi e diventando patrimonio di musicisti coinvolti, come i cantori e i narratori originari, nell’impegno e nella speranza di un cambiamento sociale”.

Un ricordo del grande ricercatore e “militante culturale” Valentino Paparelli si può leggere qui: www.squilibri.it/blog/item/137-in-ricordo-di-valentino-paparelli.html

Per maggiori info sul Circolo Gianni Bosio: www.circologiannibosio.it

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