La “taranta” parigina di Mina Tindle

di Mina Tindle il cd Taranta. Un mito che continua ad invadere l’immaginario

di Vincenzo Santoro

da Il Paese Nuovo di venerdì 7 dicembre 2012

Mina Tindle

Mina Tindle

Poco più di un anno fa è uscito il cd d’esordio di una giovane musicista francese, Mina Tindle (nome d’arte), che aveva un titolo che a noi salentini non poteva passare inosservato: Taranta. Ascoltando le canzoni del cd, improntate a un gradevole e raffinato cantautorato pop/folk e scritte prevalentemente in inglese (con solo pochi brani nella lingua madre della Tindle), non si trova però traccia di nessun riferimento al Salento ed alla “taranta”. D’altra parte, un titolo del genere non può essere casuale.

In realtà, la storia di questo cd, che ha avuto un lusinghiero successo a livello internazionale, portando la Tindle in prestigiosi teatri e festival, si collega con il Salento per il tramite di una donna che la Tindle conosce nel 2007, durante una sua permanenza a New York: Moira Cappilli. Nata in Svizzera da genitori pugliesi (la madre è di Minervino Murge, il padre è salentino di Taurisano), la Cappilli è un’appassionata di musiche e danze tradizionali salentine, su cui lavora a livello professionale (tiene alcuni corsi di danza in diverse città dell’Emilia-Romagna ed è in questi mesi impegnata in uno spettacolo dal titolo Battito). Negli anni, la progressiva scoperta del mondo della tradizione musicale salentina è stata per lei anche un modo per ritrovare i fili della memoria delle sue origini.

Durante il periodo trascorso negli Stati Uniti, condividerà con la Tindle un appartamento a Brooklyn. «Di giorno lavoravo in un’agenzia di pubbliche relazioni a Manhattan – racconta – e la sera, accompagnavo lei, con la sua chitarra, in tutti quei bar in cui ci si poteva presentare spontaneamente e cantare. Vengono chiamati “open mic”. Ero il suo pubblico ambulante! Tutte le nostre serate finivano davanti a un bicchiere (o più) di vino rosso, a ridere di quanto fosse assurdo il popolo americano!».

Alla fine del periodo negli States, Mina Tindle viene invitata a trascorrere una vacanza nel Salento, una terra che la affascina profondamente, tanto che, ci dice sempre Moira Cappilli, «da quel giorno non ha più smesso di venire, estate e inverno. A tal punto che due anni fa decide di scegliere quel posto per ritirarsi e finire il lavoro sul suo primo album, “Taranta”».

Il 26 novembre scorso l’artista francese ha festeggiato un anno di tournée internazionale – 120 concerti – con una esibizione al prestigioso teatro Trianon di Parigi. In quell’occasione, ha presentato un brano inedito, composto sempre durante la sua vacanza salentina, che sarà incluso nel nuovo cd a cui sta lavorando. Il brano, affascinante e misterioso, si intitola “Taranta”, come il vecchio cd, ma in questo caso, nel testo e anche un po’ nella musica, i riferimenti alla cultura della “taranta” sono più espliciti. Durante l’esecuzione del brano, introdotto da un commosso racconto della sua genesi, Mina Tindle ha voluto essere accompagnata dalla cara amica Moira, che sulle note di “Taranta” si è prodotta in una danza delicata (e un po’ intimorita).

Questa vicenda mi pare emblematica di quanto il mito della “taranta” – nella sua attuale consistenza molto “post-moderna – continui incredibilmente ad invadere l’immaginario e a produrre effetti creativi in artisti anche molto distanti dai suoi luoghi d’origine. Arrivandovi spesso non con il clamore dei media, ma per sentieri tortuosi, che mettono in gioco gli affetti, i sentimenti e le memorie fragili di questi tempi complicati.

Battito è uno spettacolo che propone un originale incontro in musica e danza fra percussioni africane, flamenco e “taranta”. Tre mondi distanti – l’Africa, l’Andalusia e il santa-1Sud d’Italia – uniti da una pulsione comune: il ritmo, fonte primordiale di gioia, necessità ancestrale, collante fra i popoli.

Prodotto dall’Associazione culturale FlamenqueVive di Brisighella (Ravenna), è stato rappresentato a Cervia, Pontremoli e Bagnacavallo, e nel mese di marzo approderà a Senigallia e poi a Roma presso la Domus Talenti, nell’ambito di “Ingrediente F”, rassegna di teatro al femminile. Ne fanno parte le tre ballerine Gianna Raccagni – danza flamenca, Moira Cappilli – Danze del Sud d’Italia, Francesca Saloni, e un gruppi di 7 musicisti.

 

 

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