Il Salento di Ozpetek. Luce, barocco e cibo

di Emilio Marrese

da Repubblica del 10 marzo 2010

locandina-mine-vaganti324Ci voleva giusto il Salento perché Ferzan Ozpetek abbandonasse il gazometro, onnipresente nei suoi film. Dopo oltre dieci anni, e cinque film girati a Roma, il regista italo-turco è andato a cercare nuove ispirazioni e scenografie in Puglia, dove ha ambientato Mine vaganti, da venerdì nelle sale. «I primi giorni di riprese senza gazometro – sta al gioco Ozpetek – mi sono sentito molto smarrito. È stata come la fine di un matrimonio, quando perdi la testa per un’ altra donna e vai via di casa senza sapere come andrà a finire: emozione e paura sono i due sentimenti che provi. Poi è stato meraviglioso. La Puglia è stata una folgorazione. I luoghi possono essere bellissimi, ma senza le persone giuste non funzionano e i pugliesi mi hanno conquistato. Quando giri in un posto, devi saper ascoltare la città e i suggerimenti che le “fate” del film ti mandano». Mine vagantiè anche il primo film in assoluto girato interamente a Lecce, che pure è un set naturale grazie alle facciate dei suoi magnifici palazzi barocchi la cui pietra bianca e porosa, detta qui mazzaro, riflette la luce speciale del Salento. «Dovunque tu metta la cinepresa a Lecce – afferma il regista – è una bella inquadratura». Ma Ozpetek ha avuto il merito di non abusare delle cartoline che Lecce offre, se non in un’ affettuosa panoramica finale delle zone più conosciute a partire da Porta Rudiae in via Palmieri. S’ è andato a scovare preziosi angoli nascosti, in qualche caso trasformandoli. Ad esempio la piazzetta Carducci, magicamente allestita per una scena notturna (il litigio tra i fratelli Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi): «Ho suggerito al sindaco di lasciare la nostra illuminazione in quella piazza. Un regista pugliese forse avrebbe evitato del tutto di inquadrare il Duomo o qualche altro posto più noto, ma a me piacevano molto e la sequenza finale è una specie di saluto alla città, non uno spot». La voglia di Ozpetek di cambiare aria è coincisa con quella della Puglia di esportare la propria, di aria. L’ Apulia Film Commission dal 2007 ha ospitato un centinaio di produzioni erogando l’ anno scorso circa un milione di euro di contributi: per ogni euro finanziato, il ritorno sul territorio è di 9 euro, che salgono a 15 nel caso di film, come questo prodotto da Fandango e Rai, dal budget più importante. Gli interni della casa della famiglia Cantone sono stati girati a Villa Materdomini sulla strada verso Monteroni, una dimora vuota completamente arredata dagli scenografi, mentre i numerosi esterni sono quelli di Casa Famularo nel centro di Lecce in via Paladini. Un palazzetto del Cinquecento con una superba terrazza che affaccia sul giardino privato sovrastato da un monumentale esemplare di ficus magnolioide: un’ atmosfera nobile e un po’ decadente molto suggestiva. La casa di Nicole Grimaudo è stata localizzata in un’ ala disabitata di Palazzo Tamborino, dov’è l’ atelier del pittore Marco Fiorillo che ha dipinto i quadri di scena. Piazza Sant’Oronzo, cuore della vita leccese, si intravede solo nella scena in cui padre (Ennio Fantastichini) e figlio (Scamarcio) vannoa sedersi al bar, il Caffè Tito Schipa di via dei Fedele. Ozpetek, nei cui film il cibo ha sempre un rilevante valore estetico e narrativo, ha tratto ispirazione dai manufatti della panetteria Valentina, mentre le scene del pastificio Cantone sono state girate nell’ azienda Pedone sulla Lecce-Maglie. La scena inizialeè stata realizzata nella Masseria Ceppano, nell’ agro di Otranto, un rudere tra gli ulivi che appartiene alla Regione, e l’ unica scena di mareè stata ambientata a Punta della Suina a sud di Gallipoli, pineta e acqua cristallina. Con tutto il rispetto per il gazometro dell’ Ostiense.

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