In principio fu la pizzica…

di Dario Quarta

da Qui Salento del 16 luglio – 1 agosto 2009

QuiSalento

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Sono pagine utili quelle de Il ritorno della taranta, come si deduce già dal sottotitolo, Storia della rinascita della musica popolare salentina. Per quanto sia “solo” una rinascita, infatti, per l’indispensabile conoscenza della musica che ha interessato il Salento e si è diffusa così rapidamente in ogni dove, una sorta di “cronistoria” era necessaria. Ed è puntuale, agile, fruibile e corcostanziata quella di Vincenzo Santoro. L’operatore culturale salentino, interessato da tempo al “fenomeno pizzica” nei suoi tanti aspetti, nel volume pubblicato da Squi[libri] ricostruisce gli ultimi 40 anni, quelli definiti, appunto, della rinascita. Il periodo che va dal ’68, dall’immediato “dopo-De Martino”, all’inatteso dilagare del fenomeno, sfociato spesso in sovraesposizioni mediatiche e, perché no, in qualche forzatura musicale e distorsione politica.

Nel farlo, nel narrare di vicende, fatti e personaggi, Santoro “usa” tanti ricordi dei protagonisti, quelli raccolti direttamente da lui o riportati in altri libri editati in questi ultimi anni. Nessuno però è mai riuscito a rendere uno spaccato globale, schematico e chiaro come questo

. “Il ritorno della taranta” ha come ulteriore punto di forza quello di fornire una serie di input al lettore che volesse approfondire i tanti “rivoli”, affluenti o emissari, di quel grande fiume in piena che è stato, o forse lo è ancora, la musica di tradizione e più in generale la cultura popolare del Salento. Parte dal ’68 (e dintorni) il racconto di Santoro, dal canto politico e militante che si diffondeva in Italia e dal pionieristico impegno culturale e politico di Rina Durante, ai tempi in cui c’era qualcuno che aveva delle idee così estreme da credere nella “natura antagonistica della cultura popolare rispetto a quella colta”. Ed erano anni assai strani se si pensa che quello che poteva diventare il primo disco in assoluto della musica popolare salentina non venne mai alla luce perché all’interno del gruppo, il Nuovo Canzoniere del Salento, nel 1973, si creò un dibattito sulla “deriva commerciale” che la pubblicazione del vinile avrebbe potuto comportare.

Dal Nuovo Canzoniere del Salento al Canzoniere Grecanico Salentino il passo è breve, ed è il passo che di fato dà il “la” alla rinascita. Si raccontano con ritmo ed essenzialità quegli anni nel capitolo dedicato al Canzoniere, che offre piccoli spunti anche di natura politica e sociale. Ritmo narrativo che accompagna comunque l’intero libro, a volte un po’ più lento e analitico, altre più veloce ed epidermico, che accompagna tantissimi nomi, esperienze, studi, fonti, canti e danze. Dalle ricerche di Eugenio Barba alla “Bassa musica” del Canzoniere di Terra d’Otranto, dall’esperienza musicale ed editoriale degli Aramirè all’Officina Zoè e al “glamour rurale” delle immagini di Winspeare, passando per il fondamentale zampino reggae dei Sud Sound System fino alla deflagrazione della Notte della Taranta, e dei tamburelli ormai “celebri”, che accompagnano le polemiche e portano la musica salentina per il mondo.

A ritmo più forsennato scorrono gli ultimi capitoli, che raccontano di conviviali ritrovi e dell’esperienza web del sito pizzicata.it, che aprono un rapidissimo zoom sulla taranta nel cinema, nel teatro, nei libri, nella musica altra e di altri. Che poi sono gli aspetti più “palesi” di questo sorprendente “Ritorno”. Le pagine si chiudono con un auspicio, con divisibilissimo: quello di un “ritorno” anche alla capacità di produrre testi attuali, che non parlino esclusivamente del passato. E, perché no, anche ad un risveglio sociale e ad una coscienza “politica” della taranta.

“Il ritorno della Taranta” di Vincenzo Santoro non è solo racconto, è anche musica, un cd che vuole essere un accompagnamento sonoro alle storie che sono raccontate nel libro. “Molte delle scelte”, precisa comunque l’autore, “sono derivate dai miei gusti personali”. […]

 

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