Andrea Sacco ci ha lasciati

intervento pubblicato sul blog del Carpino Folk Festival
www.carpinofolkfestival.com
18 marzo 2006

Uccio Bandello, Luigi Stifani, Matteo Salvatore, Vincenzo Vita, e ora Andrea Sacco. Il grande tesoro della cultura orale della Puglia se ne va, e per ognuno di loro, è come se bruciasse una grande biblioteca fatta di suoni, ritmi, canti, poesie, saperi antichi. Un grande patrimonio che si disperde definitivamente, fra i tentativi disperati di pochi che cercano di conservarne almeno dei minuscoli frammenti, perché chi viene dopo possa sapere.
Per chi ha avuto il privilegio di conoscere queste persone, rimarranno dei ricordi meravigliosi, un grande insegnamento morale, un modo di amare la musica assoluto e senza tempo.
Io in un agosto di qualche anno fa invitai Andrea Sacco ad un festival in Salento. Eravamo in un posto bellissimo, a Santa Marina di Stigliano, in mezzo a un mare di ultivi, davanti a una chiesetta bianca di calce. Quella sera c’era tantissima gente, forse 10.000 persone, in gran parte venute lì inseguendo il consumo superficiale della pizzica. A un certo punto salì sul palco lui, un vecchietto di novant’anni, con la sua chitarra. Disse.”Buonasera. Io mi chiamo Andrea Sacco e tengo novant’anni. Con la mia musica ho girato il mondo, e mò vi canto una bella canzone”. E cominciò a suonare e a cantare. Subito nel grande spiazzo in mezzo agli ulivi – dove con il gruppo precedente tutti avevano ballato forsennatamente – scese un silenzio rispettoso e complice; la sua presenza, la sua semplicità, avevano questa forza. Fu un momento straordinario, indimenticabile.
Grazie per tutti questi bei regali, Zi Andrea. Oggi per te sono listate a lutto le bandiere di tutti coloro che amano la musica.
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