E il mondo si fece giallo. Il tarantismo in Campania (1991) è un libro importante e mi pare molto sottovalutato. Risultato di una ricerca sul campo condotta fra il 1975 e il 1976, contiene almeno tre importanti indicazioni sul fenomeno storico (le dico in sintesi, in attesa di poterci ritornare con maggiore approfondimento):
1) esiste un tarantismo documentato nella memoria storica anche in Campania, e in particolare nel Cilento e nella piana del Garigliano, che arriva fino agli anni Sessanta del secolo scorso (più o meno come nel Salento);
2) questo tarantismo riguarda in misura simile sia uomini che donne;
3) non ci sono i santi (né Paolo – il cui patronato sul tarantismo appare sempre di più un fenomeno limitato al Salento a sud di Lecce – né altri) e neanche le chiese e le cappelle dedicate al rito.
Tutto questo implica che:
a) chi dice che il tarantismo riguardasse solo le donne, o in larghissima prevalenza le donne (cioè quasi tutti, fino al punto che si usa, anche in testi autorevoli, la definizione “le tarantate” invece di “i tarantati”, come si dovrebbe in lingua italiana) afferma una tesi molto controversa, che ha molte smentite nella letteratura storica e nella documentazione più recente. Prima o poi dovremo indagare bene perché si continua a voler riportare il fenomeno a tutti i costi al “femminile”;
b) chi rappresenta la ‘filiera’ tarantismo-tarantella (o “pizzica”)-santu paulu come dato assoluto dice cose prive di fondamento. D’altra parte, basta andare a Taranto o a Ostuni e le cose in questo senso cambiano radicalmente;
c) chi ne parla come una vicenda solo salentina – o anche solo pugliese – dice (non me ne vogliano i miei conterranei ‘nazionalisti’) cose completamente prive di fondamento: ricordiamoci che esiste anche il fenomeno dell'”argia” sarda – autorevolmente studiato da Clara Gallini – e abbiamo anche moltissimi documenti sulla persistenza del fenomeno in Spagna (anche in tempi molto recenti, come testimonia la recente ricognizione condotta da Manuela Adamo in Aragona, di cui una sintesi si può leggere qui ). E questo per rimanere solo ai casi più o meno studiati, perché come è noto esistono documentazioni sparse che attestano una diffusione molto più ampia del fenomeno.
Si conferma quindi in qualche modo un fatto di cui vado sempre più convincendomi: molte delle attuali letture del fenomeno sono eccessivamente condizionate dallo sguardo demartiniano, che fu giocoforza parziale, soprattutto per quanto riguarda l’indagine sul campo, che si concentrò su un’area relativamente limitata. Gran parte delle indagini successive sono state molto, forse troppo, legate alla rappresentazione e all’interpretazione del tarantismo contenute nella Terra del rimorso, in accordo o in opposizione.
Insomma, gira e rigira questa tarantismo, quando pensiamo di averlo compreso nell’anima, ci sfugge sempre di mano.
Di recente i materiali sonori relativi alla ricerca sul campo da cui deriva E il mondo si è fatto giallo sono stati resi disponibili presso l’Archivio Sonoro della Campania. I luoghi d’indagine riportati sono: Albanella, Battipaglia, Borgo San Cesareo, Capaccio, Contursi, Fasani, Giungano, Gromola, Matinella, Paestum, Roccadaspide, Sanza, Tempalta e Trentinara. A questo link si può consultare l’apposita sezione del sito dell’Archivio, che è composta da schede con interviste e alcune registrazioni di canti.
Un approfondito saggio sugli studi di Annabella Rossi riguardanti il tarantismo, fra Salento e Campania, è questo: Annabella Rossi studiosa del Sud: luoghi e corpi del tarantismo, di Vincenzo Esposito; si può leggere cliccando qui.
Sull’argomento, si può proporre la seguente bibliografia minima:
opere di Annabella Rossi:
Le feste dei poveri, I edizione, Laterza 1969 (nuova edizione Sellerio 1986, con una nota di A. Buttitta)
Lettere da una tarantata, con una nota linguistica di Tulllio De Mauro, I ed., De Donato 1970 (nuova edizione Squilibri 2015, con un saggio introduttivo di Paolo Apolito). Un approfondimento sul libro, scritto s+da Sergio Torsello, si può leggere qui
C. Barbati – G. Mingozzi – A. Rossi, Profondo Sud. Viaggio nei luoghi di Ernesto de Martino a vent’anni da “Sud e magia”, Feltrinelli 1978
E il mondo si fece giallo. Il tarantismo in Campania, con saggi di P. Ciambelli, A. Milillo, E. Di Marino, introduzione di L. M. Lombardi Satriani, Qualecultura-Jaca Book, 1991.
Il colpo di sole e altri scritti sul Salento, a cura di Vincenzo Esposito, Kurumuny 2002
Inoltre si possono consultare:
Vincenzo Esposito (a cura di), Annabella Rossi e la fotografia. Vent’anni di ricerca visiva nel Salento e in Campania, Liguori 2003
Ernesto de Martino, La terra del rimorso, Il Saggiatore 1961.
Gianfranco Mingozzi, La taranta. Il primo documento filmato sul tarantismo, Kurumuny 2009.