Uno speciale di Repubblica sulla eroica “resistenza” delle biblioteche di pubblica lettura italiane

Il quotidiano La Repubblica dedica oggi un ampio approfondimento al tema delle biblioteche di pubblica lettura, che come è noto in gran parte sono comunali. Nell’articolo principale, Simonetta Fiori descrive il sistema delle oltre seimila biblioteche italiane, che, nonostante i mille problemi, cercano di mantenere il loro carattere di presidio culturale di base al servizio dei cittadini. Con sempre maggiori difficoltà, derivanti soprattutto dalla drastica diminuzione delle risorse e del persona12985592_10154074077155349_3792145129408083788_nle a disposizione.
Vengono evidenziati alcuni casi in vario modo esemplari, dal Sud al Nord: le piccole biblioteche gestite da volontari in quartieri socialmente difficili di Catania; la mediateca civica di Rosarno, in Calabria, luogo di incontro multiculturale; la struttura del Comune di Palomonte, piccolo Comune del Salernitano, anch’essa gestita da un gruppo di giovani; la nuova biblioteca di Trani, in Puglia, particolarmente attenta ai bambini; il centro culturale creato dal Comune di Neoneli, un centro del nuorese a rischio di spopolamento, con l’obiettivo di fermare non solo l’emorragia dei lettori, ma anche quella degli abitanti; due innovative bibliomediateche marchigiane, “La fornace” di Maiolati Spontini e la “Memo” di Fano; e infine “Il Pertini” di Cinisello Balsamo, nell’hinterland milanese, “una delle più grandi e nuove biblioteche pubbliche italiane”.
Antonella Agnoli, una delle maggiori esperte del settore, sottolinea come, anche in questo caso, valga il consueto schema del Paese a due velocità, con “un’Italia europea che costruisce nuove luminose strutture, ne fa crocevia di culture diverse”, che sarebbe la macroarea che dal Trentino e dal Friuli arriva all’Emilia Romagna includendo il Veneto, la Lombardia, la Val d’Aosta e il Piemonte, e “un’Italia minore dove la biblioteca è spesso una targa che nasconde locali angusti, orari penalizzanti e una concezione ammuffita del mestiere”. Particolare preoccupazione destano poi le condizioni del Mezzogiorno, un “grande buco nero”, caratterizzato da una situazione particolarmente negativa, “non solo per il numero delle strutture sul territorio e la diversa cura del progetto architettonico, ma anche per la qualità dei servizi, l’orario, la capacità di aggiornare il patrimonio librario e le offerte culturali, per non dire del wifi e della presenza nei social network”.
Le analisi contenute nell’articolo fanno riferimento anche ad uno studio, in corso di pubblicazione, svolto dall’Anci per conto del Centro per il libro del Mibact nell’ambito del progetto In Vitro, che riporta i risultati di una indagine approfondita svolta su 40 biblioteche italiane medio piccole. Il volume, curato da Antonella Agnoli e Vincenzo Santoro, sarà presentato al Salone del libro di Torino il 13 maggio.
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