Alessano tra vecchi mestieri e la miracolosa pizzica

sergio10-07-99

Domenica scorsa (18 agosto), alla presentazione di Rito e passione ad Alessano, nel dibattito con Sergio Blasi e Maurizio Nocera si è parlato molto della fase “aurorale” del lavoro sul tema della cultura popolare, nello snodo decisivo della fine degli anni novanta. Mi pare utile a questo proposito riportare questo articolo, scritto giusto venti anni fa, che il caro Sergio Torsello – allora addetto stampa del Comune di Alessano, dove io ero consigliere comunale delegato alla cultura – riuscì a far uscire sulle pagine del quotidiano L’Unità. L’articolo fa il punto sul lavoro che era in corso, annunciando anche che a breve sarebbero cominciate le riprese del film Sangue vivo di Edoardo Winspeare, in parte girate nel nostro paese. Riferisce anche di un’altra iniziativa di ricerca sui temi della cultura e di censimento dei frantoi ipogei, che portò alla realizzazione di una bella mostra, il cui ispiratore era stato Nunzio Pacella, che da poco ci ha lasciati.
Per chi volesse approfondire alcuni di questi argomenti, rimando anche alla inedita “conversazione” fra me e Sergio Torsello (del 2006) che ho pubblicato nel volume Rito e passione.

 

di Sergio Torsello, da L’Unità del 10 luglio 1999

Le parole d’ordine sono recuperare e valorizzare, convinti che i beni culturali siano una importante occasione di sviluppo per il Mezzogiorno. È questo il leit-motiv che ispira l’attività dell’amministrazione comunale di Alessano (un piccolo centro in provincia di Lecce), dove da alcuni anni ormai si susseguono le iniziative della maggioranza di centrosinistra guidata dal sindaco Cosimo Del Casale (Ds), finalizzate a riscoprire la cultura tradizionale e i beni architettonici locali. Nei mesi scorsi un’indagine sull’archeologia industriale ha riportato alla luce ben 38 trappiti “a grotta” e a “fabbrica” (antiche strutture per la lavorazione dell’olio) che saranno in parte inserite in percorsi di fruizione turistica dell’antica “cultura dell’olio” salentina. Nel marzo scorso, inoltre, è stata inaugurata la rassegna dal titolo «Il tarantismo: storia per immagini», un ciclo di proiezioni (tutt’ora in corso) dedicate ai video e ai documentari sul tarantismo girati nei quarant’anni successivi alla celebre spedizione etnografica di Ernesto De Martino. L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, ha preso il via proprio in questi giorni, con l’approvazione in Consiglio comunale del regolamento per la concessione dei contributi a fondo perduto destinati agli artigiani che apriranno bottega nel centro storico. Il progetto, ideato da Vincenzo Santoro, consigliere comunale delegato alla cultura, è rivolto non solo agli artigiani già operanti sul territorio comunale ma anche a quelli attivi nei paesi vicini con particolare riferimento a giovani disoccupati desiderosi di inserirsi nel mondo del lavoro.
L’obiettivo è duplice: da un lato recuperare la funzione di “contenitore culturale” del centro storico, creando un’attrattiva turistica legata alla presenza di attività artigianali tradizionali (una caratteristica questa che sarà esaltata con l’imminente ultimazione dei lavori per il ripristino del basolato nella piazza centrale del paese); dall’altro cercare di conservare la memoria e la professionalità di antichi mestieri a rischio di estinzione (lavorazione della pietra leccese e del ferro battuto, artigianato fìgulo e officine per la costruzione di strumenti musicali popolari). I finanziamenti , che riguarderanno interventi di ampliamento e di ristrutturazione dei locali; adeguamento degli edifici alle norme di sicurezza, spese di progettazione e di affitto dei locali , saranno suddivisi in tre tranche: 4 milioni (di lire, NdR) per il primo anno di attività, 2 milioni per il secondo e un milione per il terzo. A questi bisogna poi aggiungere un contributo a fondo perduto fino ad un massimo di 3 milioni per il rifacimento di facciate ed infissi già attivato nel 1999 e confermato anche quest’anno.
«Questa amministrazione – dichiara Vincenzo Santoro – ha puntato molto sulla valorizzazione della storia e della cultura del nostro territorio. Pensiamo infatti che ciò, oltre che essere un nostro preciso dovere civico, possa costituire una preziosa risorsa per lo sviluppo economico locale. Su questo stiamo cominciando ad avere i primi risultati con la scelta di Edoardo Winspeare di ambientare proprio qui da noi il suo prossimo film». Sarà infatti lo
stesso Winspeare, il giovane regista salentino reduce dal successo della sua opera prima «Pizzicata», pluripremiata nei festival di mezza Europa, a presentare venerdì 16 luglio (alle 20, presso l’auditorium «Don Tonino Bello») il suo nuovo film «Sangue Vivo», che narra una vicenda amara, ambientata nel Salento dei nostri giorni, scandita dal ritmo della “pizzica” (la musica che guariva dal morso della tarantola), e incentrata sul rapporto conflittuale tra due fratelli che rappresentano le diverse anime (e le molte contraddizioni) di questa terra.

Una ampia selezione di scritti di Sergio Torsello, pubblicata con il consenso dell’autore, si può leggere cliccando qui

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