A Mantova un convegno sul futuro delle Città d’Arte

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di Vincenzo Santoro*, dal Quotidiano Enti Locali & PA del Sole 24 Ore del 16 novembre 2016

Si è tenuto a Mantova l’11 e il 12 novembre il convegno Città d’arte 3.0, promosso dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, da Anci e dalla Regione Lombardia.
Organizzato a conclusione delle manifestazioni per Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, il convegno ha inteso puntare il riflettore sulle sfide e sulle opportunità che si offrono alle città d’arte italiane. Città che oggi sono chiamate a coniugare in modo virtuoso le attività di salvaguardia e conservazione del patrimonio culturale con la sostenibilità e lo sviluppo economico, approfittando del proprio capitale artistico come stimolo per l’attivazione delle capacità di progetto e di impresa delle comunità.
I lavori sono stati aperti da un denso intervento del Presidente della Repubblica, che ha sottolineato come «l’Italia delle città – nella sua ricca varietà – può avere una straordinaria forza di attrazione e di creatività”, e che occorre “ricavare dalle culture e identità locali – che permangono nel loro valore così alto – una nuova spinta di comunità, un salto in avanti per l’intero Paese, da Nord a Sud». Inoltre Mattarella ha posto l’attenzione sulla necessità di procedere speditamente nella ricostruzione dei borghi distrutti dai recenti terremoti, facendo particolare attenzione alla ricostruzione dei beni culturali e artistici, che «è necessaria, non meno di quella delle case e delle fabbriche, delle scuole e delle piazze, perché i beni culturali e artistici sono parte di un’identità personale e collettiva, e sono moltiplicatori di forza sociale».
Al convegno sono intervenuti oltre settanta operatori del settore (sindaci e assessori, dirigenti di amministrazioni statali, direttori di musei, di teatri e di festival; economisti della cultura), che si sono confrontati su temi molto disparati, fra cui: il ruolo delle politiche e delle imprese culturali, la funzione del turismo, la tutela del patrimonio materiale e immateriale, l’importanza dei teatri, dei festival e dei musei, il ruolo del terzo settore e dell’innovazione e quello dell’arte contemporanea, le strategie di promozione della lettura.
Questi argomenti sono stati affrontati all’interno di tavoli di lavoro, che hanno prodotto delle “Raccomandazioni” che verranno diffuse per essere discusse più approfonditamente e portate all’attenzione dei decisori istituzionali, a partire dal Ministro Franceschini, presente anche lui al convegno. Una sintesi si può leggere alla sezione del sito di Palazzo Te dedicata all’evento.
Da segnalare infine la seduta straordinaria e pubblica, tenutasi sabato 12 “in esterno”, del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici del Mibact, presieduto dall’archeologo Giuliano Volpe, che ha discusso e approvato un articolato documento in cui uno dei passaggi più significativi riguarda il rischio di snaturamento e trasformazione in “non luoghi” che corrono le città d’arte, che sarebbe «un paradosso per luoghi, unici al mondo, così ricchi di valori culturali e di identità». Per correre ai ripari, occorrerà porre particolare attenzione «ai problemi connessi al cambio di destinazione di edifici storici, di esercizi commerciali e artigianali, allo svuotamento dei centri storici dei cittadini residenti, alla moltiplicazione dei B&B e di negozi blockbuster, ecc., cioè alla perdita di identità e di specificità». Il turismo per le città d’arte italiane non potrà dunque che essere «sostenibile, colto, di qualità», ma non per questo «di nicchia». Il documento completo si può consultare all’interno del sito del ministero dei Beni culturali.
(*)Responsabile Dipartimento Cultura e Turismo Anci

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