Notte della taranta: un disagio che parte da lontano

h-ermes_cover_5Vorrei segnalare la pubblicazione, su W-ermes. Journal of Communication , rivista online dell’Università del Salento, di un articolo di Eugenio Imbriani, dal titolo emblematico: La Notte della taranta tra ricerca-spettacolo e merce-spettacolo, in cui l’antropologo leccese ripercorre le tappe storiche della sua collaborazione con le Notte della taranta, dagli esordi fino alle dimissioni annunciate il 28 agosto scorso, le cui ragioni vengono spiegate nel dettaglio. Si tratta anche di fatto di una sorta di problematico elenco di quelle che Sergio Torsello chiamava “la promesse tradite” del progetto melpignanese, concepito all’inizio anche come luogo di ricerca e di riflessione ma assorbito – e non solo in questi ultimi anni, occorre dirlo – quasi del tutto dalle logiche del Grande Evento.
Alla fine dell’articolo, Imbriani fa  una proposta molto interessante per “salvare” la NdT: “stringere con un vincolo il CdA della Fondazione”, obbligandolo a destinare una percentuale delle risorse disponibili (in gran parte pubbliche, come è noto) alle “tante altre cose da fare”. Si tratta, come forse in pochi ricordano, di una sollecitazione su cui al tempo della creazione della Fondazione si coagulò un fronte molto ampio e composito (che trovava la sua sintesi nel gruppo che si riconosceva nella web-community Pizzicata.it), che si ritrovò in alcuni veri e propri emendamenti preparati più o meno dal sottoscritto e proposti in consiglio provinciale, nell’ambito della discussione sullo statuto della costituenda Fondazione, dal consigliere Donato Margarito (e sostenuti anche da esponenti di altro orientamento politico: si possono leggere nel dettaglio a questo link: https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/08/24/emendamenti-allo-statuto-della-fondazione-notte-della-taranta/ . Si trattò peraltro di un momento molto importante di discussione sugli “usi pubblici della cultura popolare”, che coinvolse un gran numero di operatori di base, musicisti, amministratori locali e studiosi di provenienza accademica, con discussioni appassionate sulla webcommunity, numerosi articoli sui giornali, ma anche con incontri e dibattiti dal vivo, fra cui uno, fondamentale, svoltosi ad Alessano il 19 agosto 2006, che fu annunciato fra gli altri da questo articolo, pubblicato su Repubblica di Bari: https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/08/20/taranta-la-fondazione-rischia-di-nascere-monca/ , in cui riassumevo le nostre riflessioni  le nostre proposte. Insomma, si trattò, al di là degli esiti, di un gran bel “movimento” (che, mi sia permesso un inciso, è stato praticamente ignorato dagli studiosi che in seguito proprio di queste “pratiche” sociali si sono occupati).

Comunque, l’ipotesi contenuta negli emendamenti era quella di destinare obbligatoriamente
alle “tante altre cose da fare” almeno il 30% del bilancio annuale della Fondazione, e per bilanciare la presenza di politici “puri” nel CdA, di prevedere anche un membro proveniente dal mondo degli operatori del settore. on se ne fece nulla per la resistenza di molti, per lo scetticismo di altri, e per l’aperta ostilità di alcuni. Va ricordata in particolare la posizione di uno dei personaggi storicamente centrali della Notte, Sergio Blasi, allora Sindaco di Melpignano, che rispose a tali proposte nel modo che si può leggere in questo articolo del tempo: https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/08/22/la-fondazione-non-nasce-dal-nulla-ha-gi-le-sue-fondamenta/ ). Come ricorda anche Imbriani, pochi mesi, lo stesso Blasi si è clamorosamente
dimesso dalla Fondazione fa con argomentazioni che sembrano in gran parte dare ragione alle contestazioni del tempo (qui si legge che le ragioni delle dimissioni sono che la NdT sarebbe ormai “solo spettacolo e niente cultura”: http://www.quotidianodipuglia.it/cultura/blasi_lascia_notte_taranta_spettacolo_niente_cultura-1245948.html ).

Anche alla luce di questo prezioso e utilissimo articolo di Eugenio Imbriani (che si può scaricare a questo link: http://siba-ese.unisalento.it/index.php/h-ermes/article/view/15439 ) possiamo dire, dopo molti anni e con molti rimpianti, che le ragioni profonde di quella mobilitazione rimangono tutte ancora valide.

Altri articoli per approfondire possono essere:

il saggio in cui Sergio Torsello ricostruisce la storia della Notte della taranta pre-Fondazione: https://lnx.vincenzosantoro.it/2015/07/20/la-storia-della-notte-della-taranta-dallitituto-carpitella-alla-fondazione/

questi, in cui Donato Margarito espone le ragioni profonde degli emendamenti: https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/09/06/taranta-occorrono-obiettivi-condivisi/

https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/08/25/la-notte-della-taranta-fa-bene-al-salento/

questo, dove si riassumono le ragioni dei militanti della webcommunity pizzicata.it: https://lnx.vincenzosantoro.it/2006/08/20/fondazione-taranta-e-cultura-da-garantire/

 

 

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