a cura di Sergio Torsello
Il tarantismo è da secoli al centro di un vasto dibattito che coinvolge medici, scienziati, eruditi, letterati. Basta scorrere le straordinarie pagine del Commentario storico della Terra del Rimorso di Ernesto de Martino per rendersi conto della vertiginosa rete discorsiva che nei secoli si costruisce attorno al simbolismo del ragno che morde e avvelena e alle prodigiose proprietà curative della musica. Si tratta di pagine magistrali nelle quali de Martino ci fa vedere come nelle diverse epoche storiche le forme “egemoniche”- dal Cattolicesimo alla iatromusica barocca, dall’Illuminismo alla scienza positivista – abbiano reagito di fronte a quello che Wilhem Katner ha definito “l’enigma del tarantismo”, un vero e proprio “rompicapo ermeneutico”, per usare una felice locuzione di Paolo Pellegrino, difficile da incasellare in categorie descrittive come possessione rituale, malattia psichica, fenomeno magico–religioso. Ma è negli ultimi vent’anni che il tarantismo ha conosciuto un clamoroso ritorno di interesse. Questo fenomeno di recupero e rivitalizzazione della musica tradizionale locale e della cultura del tarantismo ha nuovamente trasformato il Salento in un terreno di osservazione privilegiata per l’antropologia italiana che qui può osservare in vivo non più come fu per de Martino “il rito in azione”, ma le moderne pratiche di reinvenzione di una tradizione (reinventare significa attribuire significati nuovi a pratiche culturali, in questo caso la musica e la danza, ormai in disuso). Questo ritorno di interesse – che ha capovolto quella dimensione afflittiva tipica del tarantismo trasformandolo da simbolo di arretratezza e di marginalità sociale in un tratto distintivo, positivo, quasi un emblema dell’identità locale – ha generato una sterminata produzione saggistica che ormai ha indagato ogni ambito della complessa fenomenologia del fenomeno. Quando nel 2004 con Gabriele Mina intraprendemmo l’ambizioso progetto della Tela infinita, una bibliografia ragionata sul tarantismo tra il 1945 e il 2006, lo scopo era quello di fornire non solo un puntuale strumento bibliografico (sulla cui utilità è inutile soffermarsi), ma anche un percorso di “attraversamento” critico della sterminata letteratura sul tarantismo. dieci anni dalla prima apparizione delle Tela, in continuità con quell’iniziativa, pubblico qui questa bibliografia diacronica aggiornata al 2014 con l’obiettivo di fornire uno strumento (si spera utile) a disposizione di studiosi, ricercatori, semplici appassionati per orientarsi nella sterminata produzione saggistica sul tarantismo. Dello spirito della Tela riprendo alcune importanti indicazioni metodologiche: la scelta di iniziare dal 1945 che coincide non solo con un cruciale spartiacque storico, ma anche con l’apparizione del testo di Sigerist che di fatto inaugura un rinnovato interesse internazionale per il fenomeno e un primo tentativo di “lettura” culturale del rituale salentino; l’inserimento di tesi di laurea e di specializzazione che solitamente non dovrebbero essere segnalate in una bibliografia. Infine, sia la documentazione video che quella sonora, alle quali nella Tela riservate due specifiche appendici, sono state inserite nell’elenco: tale scelta si giustifica con il fatto che quasi sempre dischi, film e documentari sono corredati da preziosi libretti esplicativi.
Non si tratta tuttavia di un semplice elenco di dati bibliografici. La notevole mole dei materiali compulsati in questa sede, infatti, si presta a molteplici letture. Da un lato come insieme di dati che consente di valutare l’intensificarsi anche quantitativo in determinati periodi storici della produzione saggistica sull’argomento. Tra il 1945 e il 1985 è apparso appena un terzo dei contributi pubblicati nel ventennio successivo. E negli ultimi otto anni, i quasi 150 titoli censiti, testimoniano che la tendenza non accenna ad affievolirsi, a conferma di una vitalità del tema che sembra non conoscere l’usura del tempo. Dall’altro, una lettura più in profondità, permette di cogliere il dispiegarsi dei differenti percorsi interpretativi che sottendono all’immagine contemporanea del tarantismo, sospesa tra lo spazio simbolico della produzione letteraria e le pratiche di rifunzionalizzazione di elementi della “tradizione” (la musica, la danza, frammenti di un immaginario simbolico) nella modernità.
Così, nel fiume in piena della letteratura sul tarantismo, sarà possibile seguire i vari tentativi di rilettura della tradizione medico-scientifica; la riflessione più strettamente antropologica; il perdurante tentativo di revisione del modello interpretativo demartiniano; il confronto a distanza tra riflessione accademica e indagine militante; gli esiti più recenti della ricerca etnografica; il filone dei contributi sulla transe stati modificati di coscienza; la prospettiva etnopsichiatrica; il dibattito intorno alle categorie esorcismo/adorcismo; gli apporti di una nuova generazione di studiosi pugliesi (prima Luigi Chiriatti, Pierpaolo De Giorgi, Giorgio Di Lecce, Brizio Montinaro, Maurizio Nocera, Luigi A. Santoro e poi, più recentemente, Giacomo Annibaldis, Antonio Basile, Mario Cazzato, Gino L. Di Mitri, Eugenio Imbriani, Sergio Torsello, Giancarlo Vallone). E ancora, in un elenco quasi inesauribile: il rifiorire degli studi nel solco della tradizione di storia patria; la ripresa della ricerca nell’area tarantina e dauna; i recenti approfondimenti su peculiari declinazioni locali del fenomeno nel Salento (Acaya, San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, Muro Leccese) e fuori (Canosa, in provincia di Bari, e Molise); i nuovi contributi nel campo della storia della musica e della danza, dell’etnomusicologia e dell’etnocoreologia; il riaprirsi del dibattito sulle connessioni con il mito; la letteratura di viaggio dell’epopea del Grand Tour; i riflessi della discussione in area anglosassone, francese e spagnola; il nascente rapporto tra tarantismo e letteratura; l’intreccio tra revival della pizzica e universo del ragno; il tentativo di raccordare indagine demartiniana, pensiero meridiano e letteratura sulle identità locali; la ripresa della riflessione storiografica sul tema delle immunità locali e del sincretismo paolino. Come ogni bibliografia anche questa, ovviamente, non è affatto perfetta e non ha la pretesa di essere esaustiva. Ma, al contrario, ha l’ambizione di porsi come un work in progress da aggiornare e discutere collettivamente.
Per segnalazioni e suggerimenti si può scrivere a vincenzo_santoro@hotmail.com
Bibliografia sul tarantismo mediterraneo (cliccare sull‘anno per aprire le pagine relative):
Una ampia selezione di scritti di Sergio Torsello, pubblicata con il consenso dell’autore, si può leggere cliccando qui