Sente la voce mia, la riconosce

di Vincenzo Santoro

da Il Paese Nuovo, 28 gennaio 2012

Sente la voce mia, la riconosce è un cofanetto, pubblicato da qualche settimana e disponibile nelle librerie specializzate, di tre documentari, realizzati da Marcello Fersini, Roberto Inciocchi e Luis Padilla, che propongono un viaggio nella musica salentina attraverso i racconti dei suoi protagonisti. Analogamente all’opera complessiva, i tre DVD hanno titoli che sono tratti da strofe di canti tradizionali: Cu li trapassa l’anima e lu core (realizzato nel 2005),  Ci no lla vidi la senti cantare (2009) e infine Ca quannu canta tremula la voce (2011).

La sostanza e la storia della musica popolare salentina vengono affrontate nel primo documentario con un taglio più generalista ed estetizzante, che in qualche modo risente delle suggestioni “winsperiane”. Negli altri due invece lo scavo si fa più profondo e raffinato, e si concentra sul tema del canto e delle voci (femminili in Ci no lla vidi la senti cantare e maschili in Ca quannu canta tremula la voce). Molti dei protagonisti del “rinascimento” musicale salentino (tra gli altri Maria Mazzotta, Anna Cinzia Villani, Francesca e Gigi Chiriatti, Antonio Castrignanò, Claudio “Cavallo” e Mino Giagnotti, Emanuele e Roberto Licci, Dario Muci e quasi tutti i componenti vecchi e nuovi degli Officina Zoè) vengono interrogati sul senso del loro lavoro, sul rapporto fra tradizione e contemporaneità – folgoranti da questo punto di vista la testimonianza e i giudizi taglienti di Assunta Lucia De Pascalis, una delle più straordinarie memorie viventi della tradizione – e anche sulle difficoltà che soprattutto i più giovani incontrano a seguire la difficile “carriera” del musicista a tempo pieno.

E naturalmente le opinioni degli artisti e dei cantatori si alternano a bellissimi momenti musicali, dove emerge potentemente tutta la maestria e la capacità “affascinatoria” che gli esponenti di maggiore rilievo del “movimento” salentino sono stati capaci di acquisire, anche nella diversità degli approcci musicali.

Ne emerge complessivamente un caleidoscopico affresco a più dimensioni, godibile e di notevole qualità formale, che certamente non mancherà di “trapassare l’anima e lu core” dei tanti appassionati di questa musica e di questa cultura.

 

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