Due anni dopo, si completa l’Archivio Sonoro della Puglia

cartolinaarchviopuglia2011Esiti e prospettive dell’Archivio Sonoro della Puglia, promosso dall’associazione Altrosud d’intesa con la Direzione Generale per gli Archivi del MiBAC e la Regione Puglia, saranno illustrati il 7 dicembre a Bari, presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (via Pietro Oreste 5) da Luciano Scala (Direttore generale per gli Archivi del MiBAC), Silvia Godelli (Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia), Domenico Ferraro (presidente di Altrosud), mentre Simona Manca (Vice Presidente e assessore alla cultura della Provincia di Lecce) e Vincenzo Santoro (Responsabile Ufficio Cultura dell’ANCI) dialogheranno sulle potenzialità di un progetto in cammino che è stato assunto come modello esemplare per altri analoghi progetti promossi in Campania e Basilicata dalla stessa associazione Altrosud d’intesa con il Ministero per i Beni Culturali in vista della realizzazione di una “rete degli archivi sonori” che si spera possa estendersi a tutto il territorio nazionale. Agli interventi di alcuni dei ricercatori che hanno contribuito alla realizzazione dell’Archivio (Giovanni Amati, Patrizia Balestra –del Conservatorio “U. Giordano” di Foggia-, Luigi Chiriatti, Massimiliano Morabito e Giovanni Rinaldi) si alterneranno la Bassa musica di Carbonara e i canti della notte dei Fornai di Toritto.

A meno di due anni dalla costituzione, l’Archivio Sonoro della Puglia muove altri decisivi passi verso una sempre più sistematica raccolta di materiali sonori, audiovisivi e fotografici che, di straordinario valore storico e documentario, offrono una rappresentazione dinamica delle musiche tradizionali della regione, dai primi anni ’50 fino ai nostri giorni. Alla già notevolissima documentazione realizzata in Puglia dai padri fondatori della moderna ricerca antropologica ed etnomusicologica, da Ernesto De Martino a Diego Carpitella, da Roberto Leydi ad Annabella Rossi, si aggiunge ora un immenso patrimonio di suoni e canti raccolti da ricercatori privati che, senza il supporto di istituzioni allora abbastanza disinteressate a una delle più salienti manifestazioni dell’espressività popolare, si mossero autonomamente per preservare, su pellicola o nastro magnetico, la memoria di uno dei veicoli privilegiati, da parte delle comunità locali, per l’affermazione della propria identità culturale.

Da Luigi Chiriatti, indirizzato da Rina Durante al recupero delle tradizioni della Grecìa salentina fin dagli anni ‘70, a Giovanni Rinaldi, che assieme ad altri ricercatori si mosse negli stessi anni verso una organica rilevazione delle culture orali del Tavoliere; da Ettore De Carolis, autore negli anni ’80 di una pregevole raccolta sui Cantori di Carpino, ad Otello Profazio, che negli stessi anni batteva la Murgia ed altri territori alla ricerca di ispirazione per la sua attività di spettacolo, fino a nomi del tutto sconosciuti come Salvatore Panizza, autore di un’esemplare ricerca amatoriale sui canti processionali in grico di Corigliano d’Otranto, l’Archivio costituisce anche un singolare intreccio tra vicende umane e intellettuali che, dopo anni di esaltanti ricerche in solitaria, sembrano aver trovato infine una “casa comune” in cui porre al riparo le proprie fatiche e restituirle a una fruizione pubblica in strutture come l’Archivio di Stato e la Biblioteca Nazionale di Bari. L’Archivio prova anche che quelle delle musiche di tradizione, di cui periodicamente si piange la morte, è una vicenda tutt’altro che conclusa come magnificamente attestato dalle rilevazioni di ricercatori più giovani, come Giovanni Amati e Massimiliano Morabito che, dai canti della notte dei fornai di Toritto alla bassa musica di Carbonara, dai riti pasquali di Grumo Appula alla diffusione dell’organetto nella Valle d’Itria, provano la straordinaria vitalità di un patrimonio capace di rinnovarsi senza mai smarrire un fondamentale richiamo al lascito dei padri. E accanto agli apporti dei privati ricercatori, come Adriano Castigliego autore di un’indagine sulla serenata nel Gargano, risaltano le collaborazioni istituzionali come quella con il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia, che ha realizzato una magistrale indagine sugli sciamboli, caratteristica forma di canti sull’altalena del Sub-Appennino Dauno, interagendo con gli anziani di un vasto comprensorio per un recupero interamente affidato alla memoria.

Segno anche della credibilità guadagnatasi sul campo dal progetto, le collaborazioni con prestigiose istituzioni nazionali, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari, dal Piccolo Teatro di Milano al Centro di Dialettologia e di Etnologia di Bellinzona fino alle Teche Rai, arricchiscono notevolmente il patrimonio acquisito, prefigurando anche sviluppi a venire dello stesso Archivio. Così, se dagli sterminati giacimenti delle Teche Rai si ricava quel capolavoro di ricerca e spettacolo che è stato il Sentite buona gente di Roberto Leydi, dal Piccolo si recuperano documenti particolarmente utili per una sua piena comprensione, dalle foto di Luigi Ciminaghi al libretto di sala firmato da Roberto Leydi e Diego Carpitella. Allo stesso modo, alla copiosissima, e in molti casi, inedita documentazione raccolta su un autore di confine come Matteo Salvatore, presente nel Fondo Profazio, si aggiungono tutte le sue apparizioni in trasmissioni radiofoniche e televisive, a partire da un’irresistibile comparsa sul piccolo schermo del 1957. Ancora, alle opere di documentaristi di grande prestigio, come Luigi Di Gianni e Gianfranco Mingozzi, si accostano reportage, spesso anonimi, delle tarantate a Galatina fin dagli anni ’60 o della focara di Novoli, mentre si coglie uno strabiliante Uccio Aloisi in un movimentatissimo episodio del baratto culturale praticato nel Salento da un geniale eversore delle forme tradizionali di teatro come Eugenio Barba e il suo Odin Teatret.

Una copiosissima documentazione offerta oltre tutto in uno nuovo ed originale sistema di fruizione che, per la ricchezza delle schede e l’intrigante impostazione descrittiva, si configura come uno strumento indispensabile per la conoscenza di uno straordinario patrimonio culturale che è ancora lontano dall’essere stato ricostruito in tutte le sue innumerevoli declinazioni, come attestato dai numerosi fondi ancora da catalogare, da Brizio Montinaro alle raccolte del Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari.

 

approfondimenti sull’Archivio (con articoli che ne illustrano la storia e i contenuti) a questo indirizzo: www.vincenzosantoro.it/dblog/storico.asp?s=Archivio+sonoro+della+Puglia

 

Info: www.archiviosonoro.org/puglia; altrosud@altrosud.it

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