A ognun la sua tarantola…

Ho ricevuto una mail molto interessante – e molto gentile – di Gabriele Mina, giovane studioso genovese, autore con Sergio Torsello dell’utilissimo testo La tela infinita. Bibliografia degli studi sul tarantismo mediterraneo 1945 – 2006. Col consenso dell’autore, la rendo pubblica, come contributo al dibattito in corso sulla necessità di strutture dedicate alla conservazione della memoria culturale del Salento.

Gentile Santoro,
ho letto con interesse – una volta ancora – il suo ultimo intervento su “Melissi”, proprio prima delle mie divagazioni balzane sulle scimmie. Non mi addentro sulle questioni identitarie e salentine, che seguo sul suo sito: non me ne intendo e non mi azzardo a questionare su argomenti che non ho mai approfondito (anche se mi sembra di essere rimasto tra i pochi ad astenersi). Su neo-pizzica, notti ed altro so pochissimo: il mio minimo contributo agli studi sul tarantismo, in questi anni, l’ho dato con un saggio pubblicato nel 2000 da Besa – Il morso della differenza – rimasto ignorato (ma forse non trascurabile, visto che illuminava il discorso storico a partire da fonti per lo più trascurate, fra XIV e XVI secolo) e una bibliografia contemporanea, redatta con Sergio Torsello, intesa come strumento di facilitazione e guida. Proprio lavorando su queste cose, in particolare su Il morso, ho verificato la difficoltà di recuperare fonti e testi. Nel leggere la conclusione del suo articolo, mi è ritornata alla mente – un decennio fa – l’odissea fra biblioteche e fondi antichi, con orari e condizioni disperanti se paragonati agli standard internazionali. Ho passato qualche anno in giro per la penisola fra trattati de venenis e articoli dispersi: oggi la produzione è decuplicata, le fonti storiche più note sono disponibili, ma – non vi è alcuna struttura di riferimento, una biblioteca, una logica di raccolta. Ed io mi limito ai testi, che è la sola cosa che conosco (specie quelli antichi): se poi il discorso si allarga, come lei ha fatto spesso, ai materiali sonori e all’infinito sapere orale, finiremo per constatare quella “condanna all’oblio” di cui ho scritto su La tela infinita, con conclusioni direi analoghe alle sue. A me non ha risposto nessuno, ma io nel giro tarantolaro conto poco: spero che lei abbia migliori riscontri. So che il Carpitella progetta da anni una qualche raccolta e leggo ora di questa iniziativa a Bari: vedremo. Tuttavia sarebbe bene che la vasta serie di attori coinvolti – istituzioni, università, associazioni, operatori – riflettesse sul fatto che, negli anni di boom del ragno, si è riusciti a fare e a spendere di tutto, non una semplice stanza con scaffali, testi, un catalogo informatico on-line, aperto alle osservazioni degli utenti, semplici linee guida. Si poteva cominciare anche “dal basso”, senza aspettare troppe legittimazioni e finanziamenti. A ognun la sua tarantola… cordiali saluti, con stima, Gabriele Mina

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