Sergio Blasi, Sindaco di Melpignano e della Notte della Taranta, non ha dubbi: la cura e la protezione della memoria della cultura salentina, che significa archivio e ricerca, non sono solo parole astratte da infilare negli scopi dello Statuto della nascente Fondazione. Ed è per questo che le (annose) polemiche sollevate dalla web community pizzicat.it, guidata da Vincenzo Santoro lo infastidiscono come può essere una mosca che ronza intorno alla groppa di un elefante.
Ieri sera, ad Alessano, la web community ha promosso un incontro per discutere gli emendamenti da presentare per lo Statuto, perché il timore è che la Fondazione possa dirottare tutti i fondi unicamente per la preparazione del mega evento della Notte della Taranta. Togliendo fiato e risorse di fatto a tutto il lavoro di ricerca sulle tradizioni musicali che molti componenti di pizzicata.it portano avanti da anni.
Tra gli emendamenti presentati, infatti, c’è anche la clausola di bloccare il 30% dei fondi perché siano destinati esclusivamente alla costruzione dell’archivio multimediale, e all’attività di ricerca. In sostanza, visto che la Fondazione sembra profilarsi come l’unico ente capace di custodire e promuovere la cultura salentina, i tanti che si sentono esclusi da questo grande carrozzone (che cattura flussi di danari) che va via via costruendosi, provano ad alzare la voce a chiedere di essere riconosciuti e, quindi, di entrare nel cuore della Fondazione.
“Che senso ha fare una fondazione per promuovere un evento che ha già una vita propria come la Notte”, replica Blasi “le richieste della web community sono addirittura riduttive perché non c’è da bloccare nessun 30%, visto che gli scopi dello Statuto sono rivolti alla ricerca e alla divulgazione. Non si fa menzione dell’evento della Notte. Basta leggerlo lo Statuto”.
Lo facciamo, e all’art. 2 si legge “La Fondazione, in particolare (…) intende realizzare azioni positive in favore di manifestazioni culturali, musicali, sociali e di comunicazione di progetti di sostegno e sviluppo alla ricerca culturale sul fenomeno del “tarantismo”, delle tradizioni “grike” e salentine, con particolare riferimento alla musica popolare”. E, ancora, “provvederà ad attività di informazione e divulgazione anche scientifica e di ricerca, di promozione di eventi culturali, di attrazione di flussi turistici (forse questo è il punto incriminato, per la web community ndr).
Promuovere e organizzare seminari, corsi di formazione, manifestazioni, eccetera, procedendo alla pubblicazione dei relativi atti).
Sembra proprio lo statuto classico di una Fondazione culturale. C’è, però, la questione posta da pizzicat.it, ossia la costituzione dell’archivio che non c’è e che doveva già essere realizzato dall’istituto Diego Carpitella nato nel 1998, dove poter consultare tutto il materiale sino ad ora prodotto.
“Lo sforzo fatto in questi ultimi anni nel volere la fondazione va proprio in questa direzione”, dice Blasi, “verrà ospitato nel palazzo Ducale da poco restaurato, era necessario avere un luogo fisico attrezzato di tutto punto per ricevere e conservare al meglio il materiale dei tanti studiosi, che come si immagina ne sono molto gelosi. Ma non si può dire che non esiste già perchè l’ultimo libro pubblicato e che verrà presentato oggi (ieri per chi legge), che raccoglie le foto del 1954 di Lomax, è una delle ultime pietre dell’archivio perché, pur non potendo chiedere gli originali, le abbiamo tutte digitalizzate. E questa è solo l’ultima delle pubblicazioni promosse dall’Istituto Diego Carpitella”.
In una parola le fondamenta di un archivio, così come di una biblioteca si creano nel tempo, durante il quale si rafforzano rapporti, se ne creano di nuovi, si semina serietà, desiderio di lasciare in custodia i propri tesori proprio nell’archivio di Melpignano e non altrove.
Tratto da Paese Nuovo del 20 agosto 2006