Una moda ma anche una passione. Lungo lo stivale impazza la taranta

Concerti e corsi in tutta Italia, da Genova a Bologna a Milano

Sembrava una moda passeggera, che si sarebbe esaurita nel volgere di una stagione, o poco più. E invece i ‘tarantolati’ sono in aumento: il ballo tradizionale salentino è diventato sempre più popolare e viene anche insegnato in una scuola aperta nel 2002 a Bologna. Alla taranta sono dedicati per tutta l’estate in Italia e all’estero numerosi concerti e festival, a cominciare dalla Notte della taranta in programma per mercoledì 29 a Roma all’Auditorium Parco della Musica e officiata dall’etnomusicista Ambrogio Sparagna fino alla manifestazione omonima, ma sotto l’egida dell’ex batterista dei Police Stewart Copeland, che si terrà a Taormina il 15 luglio nell’ambito del festival Womad di Peter Gabriel.

In mezzo ci sono a Roma, nell’ambito della rassegna Roma incontra il mondo, il concerto di Uccio Aloisi il 30 giugno e quello di Eugenio Bennato, fondatore nel 1998 del movimento Taranta Power, il 23 luglio, concerto che poi durante l’estate verrà replicato in molte località, da Nord a Sud. E naturalmente c’è in Puglia il più importante festival musicale dedicato al recupero della pizzica salentina, ancora una volta La Notte della Taranta, una serie di concerti curati da Ambrogio Sparagna che si terranno in vari paesi tra il 12 e il 27 agosto, e che hanno il loro culmine nell’ormai tradizionale concerto di Melpignano.

Ma non finisce qui: non si salva dalla taranta neanche Genova, che il 22 luglio ospita all’interno del Festival Mediterraneo gli Arakne Mediterranea. E la taranta si è ballata anche al Kaulonia Taranta Festival, che si è tenuto a maggio e giugno in Calabria, e a Milano, in occasione del Sud Sud Festival che si è tenuto dal 17 al 19 giugno alla Cascina Monluè.

Da quando Bennato ha riproposto la taranta nei suoi concerti l’interesse del pubblico e dei musicisti è cresciuto. Viene eseguita in tutte le salse: nel modo più tradizionale possibile, dallo stesso Bennato o dall’attento ricercatore delle tradizioni popolari Sparagna, o da altri artisti meno conosciuti, come i Cantori di Carpino o i Solisti di Montemarano. Oppure si è aperta la strada delle ‘contaminazioni’ jazz, pop, punk. E’ questa la formula scelta dall’artista britannico Copeland, che si è innamorato della taranta diversi anni fa, si è trasferito in Italia e ripropone la musica salentina in una versione ‘elettrificata’ e ogni volta diversa, di grande fascino. Copeland si considera un pugliese di adozione, tanto che a Melpignano gli hanno consegnato le chiavi della città.

Copeland non é l’unico musicista straniero conquistato dalla taranta. C’è il cultore delle musiche popolari di tutto il mondo Peter Gabriel, ci sono anche Jow Zawinul, ex musicista dei Weather Report, e la cantante israeliana Noa. Si stanno ingrossando anche le fila degli italiani: alle varie edizioni della Notte della taranta hanno partecipato, tra gli altri, Teresa De Sio, Raiz (ex Almamegretta), Gianna Nannini, Franco Battiato, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Di Giacomo. E quest’anno ci saranno anche Piero Pelù e Francesco De Gregori.

Non si puó dire ancora che in questi anni la riscoperta della taranta sia diventata un fenomeno di massa. Riunisce un pubblico trasversale, che va dai giovani dei centri sociali a persone di varia fascia ed estrazione e di tutte le età, i puristi della musica popolare e persone semplicemente affascinate dal ritmo trascinante.

Non c’è concerto che non finisca in danza. Ballano tutti, senza fermarsi. La taranta non è certo musica da ascoltare e basta: è nata per guarire dal morso della tarantola, un ragno velenoso, almeno così riporta la tradizione popolare. E dunque è una danza che nasce con funzione terapeutica: più ci si appassiona e ci si lascia trascinare dal ritmo, e più ha effetto la ‘terapia’.

La riscoperta della danza salentina e il suo inaspettato successo hanno però lasciato spiazzati gli appassionati del settore: Giuseppe Gala, uno dei più noti etnomusicologi, autore di numerose pubblicazioni in materia, parla in un intervento pubblicato nel sito www.taranta.it di un fenomeno di massa che ben poco ha a che fare con la tradizione.

“La pizzica non è oggi solo un ballo, è un emblema, un forte richiamo, una griffe, una sorta di nuovo mito culturale che crea moda, spettacolo, turismo, mercato editoriale e musicale – dice Gala – Il Salento si configura in Italia come un importante laboratorio antropologico, nel quale si misurano e si interconnettono bisogni identitari (smantellati con troppa fretta dalle generazioni precedenti) e strade diverse dalla globalizzazione culturale in atto. Ma dietro alla diffusa domanda di danza popolare mancano in Salento una capillare ricerca sui balli degli anziani e adeguati studi etnocoreologici; le varie “neo-pizziche” che circolano nei concerti folk sono state reinventate senza un reale confronto e una mutuazione coerente dei modelli tradizionali”.

I principali musicisti protagonisti del rilancio della taranta, Bennato e Sparagna, non hanno mai trascurato però la ricerca delle autentiche tradizioni popolari. Nei suoi concerti Bennato cita spessissimo i musicisti di Carpino, le chitarre battenti, i mandolini. Bennato ha anche fondato una scuola, che ha chiamato Taranta Power, come il movimento di ‘rifondazione’ della tarantella: è a Bologna dal 2002, ed è diretta da Maristella Martella. La scuola tiene corsi amatoriali ma anche professionali, e organizza diversi spettacoli in Italia e all’estero (di recente il gruppo che fa capo alla scuola è stato in Francia e Tunisia; si appresta a tornare nel Paese africano con un festival). Tiene anche seminari nelle università: tra i più recenti quello tenuto l’anno scorso all’Università di Roma Tor Vergata.

tratto da laRepubblica
di Rosaria Amato
pubblicato il 28/06/2005

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