La cantautrice Giovanna Marini: “Ho iniziato dal Gargano e dal Salento”
Giovanna Marini, perché nel ´68 scelse la Puglia per cominciare la sua ricerca musicale sul campo?
“Incontrai il mio amico Diego Carpitella al Conservatorio di Roma e gli manifestai la mia intenzione. Fu molto chiaro. La prima cosa da fare, mi disse, è andare assolutamente sul Gargano e in Salento. Aveva ragione, ho trovato un patrimonio incredibile, in quegli anni quasi completamente inesplorato”.
Cos´ha di speciale?
“Musicalmente la Puglia è una regione che fa parte di una linea che parte da Benevento e arriva a Lecce. Lungo questo tracciato si trovano alcuni dei più singolari motivi melodici italiani. Senza contare l´impressionante caso della musica terapeutica, composta di pizziche e tarantelle, davvero unica in Italia. Si va dal Gargano con i brani di Andrea Sacco ripresi da Roberto De Simone, al Salento che ha una doppia lingua (il salentino e il griko) e, soprattutto, contempla l´utilizzo di una scala rovesciata come nei modi musicali greci. Particolare, questo, che interessa molto i musicisti”.
Da queste parti c´è il reale rischio che alcuni importanti archivi privati vadano perduti.
“Ma scherziamo? Non si può, è come bombardare un museo. Il documento musicale fa meno impressione se rischia di andare distrutto ma è altrettanto importante. Sembra meno grave perché non lo si conosce. La Pietà di Michelangelo è paragonabile al bellissimo canto “Lu povero Antonuccio”, bisognerebbe cominciare a capirlo”.
Occorre, dunque, maggiore divulgazione.
“Assolutamente sì. Se tutti sapessero il valore delle testimonianze griderebbero allo scandalo. Non è possibile anche perché stiamo parlando di una sorgente di studi destinata a chi deve scrivere altra musica dopo. A chi ci si dovrebbe rivolgere per ispirarsi se non ai padri? È un passaggio fondamentale che non va in alcun modo trascurato”.
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tratto da la Repubblica
di Antonella Gaeta
pubblicato il 03/03/2005