Il ritmo meridiano da WMM

da World Music Magazine, n. 63 – di Ciro De Rosa

Se si deve parlare di tarantismo oggi, se ne deve parlare come di un ampio campo di azioni, rappresentazioni, pratiche, conflitti, tutti veicolati da discorsi politico-culturali, retoriche antropologiche accademiche e locali, esperienze identitarie ed esistenziali che s’intrecciano con il fenomeno storico che ha interessato e interessa il Salento.

Dopo i preziosi contributi di studio sulle fonti pre-demartiniane, dopo la fioritura di tanti convegni che hanno ripreso a leggere il fenomeno tarantismo, ma anche dopo tanto giornalismo musicale deludente che si ostina ad analizzare il potere della taranta senza possedere conoscenze e strumenti tecnici e metodologici, ecco una raccolta di saggi che interpretano la “reinvenzione” della pizzica nel Salento attraverso la lente di osservazione delle scienze sociali.

Scrivono studiosi, etnocoreologi, musicisti ed operatori culturali, che offrono contributi e prospettive d’indagine differenti. Si parte con il richiamo al cosiddetto pensiero meridiano, che prova non senza un’ambiguità di fondo a capovolgere lo stereotipo meridionale come chiave di lettura di un legame sociale (Cassano,.Merico) e si prosegue con l’analisi antropologica di ideologie e pratiche della produzione culturale (Pizza, elegante contributo in forma epistolare), con la messa in risalto di contraddizioni e paradossi del ‘fenomeno pizzica’ (Portelli), con l’analisi dei rapporti reali e fittizi con la tradizione a proposito delle forme coreutiche salentine (Gala, Raseli), con l’indagine sui meccanismi di costruzione dell’etnicità e delle appartenenze locali (Gallini, mirabile intervento in forma d’intervista). Completano il volume un’approfondita bibliografia contemporanea sulla fenomenologia della pizzica e del tarantismo (Torsello) e le testimonianze del regista Edoardo Winspeare (Pizzicata, Sangue Vivo e Il miracolo) e Sergio Blasi, sindaco di Melpignano e mente organizzativa de “La notte della Taranta”, raccolte dai curatori Santoro e Torsello.

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