E di “pizzica” si è parlato in Svizzera

da Nuova Puglia Emigrazione – Bimestrale dei Pugliesi nel mondo, Anno VII, n. 2, marzo – aprile 2003 – di Antonio Fiorillo

Febbraio 1972 – Febbraio 2002: l’Associazione Pugliese di San Gallo (Svizzera) ha compiuto trent’anni di vita. Per festeggiare l’anniversario si è
scelta una “non stop” di tre giorni. Momento centrale è stato l’incontro-dibattito sulla pizzica pizzica, l’ormai famosissimo ballo/fenomeno salentino, dagli inquietanti e profondi risvolti etnografici, svoltosi domenica 16 febbraio, alle ore 10, nella Sala grande, sede dell’Associazione.
È una domenica di sole, ma la temperatura rimane comunque qualche grado sotto lo zero. Non ci aspettiamo un numero elevato di presenze, tuttavia siamo fiduciosi. Invece veniamo ripagati con una presenza di pubblico al di là delle nostre aspettative: la sala è strapiena.
Introduce e modera l’incontro Cosimo Del Casale, consigliere comunale del comune di Alessano e membro del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo.
Vincenzo Santoro, stimato e profondo conoscitore e studioso sul fenomeno della tarantola e, quindi, della pizzica pizzica, appartiene a chi ritiene che tale fenomeno, in espansione tra il pubblico più giovane, debba aprirsi e farsi conoscere così com’è, quindi come musica a tutti gli effetti della terra del Salento, senza che vi sia il bisogno per questo di contaminarsi con altri generi musicali così trend negli ultimi anni, così permettendo non solo la promozione ma anche lo sfruttamento a fini solamente commerciali della pizzica pizzica, e
quindi la sua svalutazione come patrimonio culturale e artistico del Salento. Sergio Blasi, attuale sindaco del Comune di Melpignano (Lecce), è anche organizzatore della “Notte della Taranta”, sempre a Melpignano, dove si esibiscono insieme vari gruppi folkloristici o meglio dire etnici. Un vero spettacolo. Questo dell’organizzare la “Notte della Taranta” lo mette in contrapposizione di pensiero con il Santoro.
Presente anche Mario Blasi, autore insieme a Sergio Torsello del libro fotografico incentrato proprio sulla “Notte della Taranta”: lui è chiaramente a favore di una certa cultura etnica con l’influenza nella propria anche di altra musica etnica. Mario Blasi è anche art director del Museo Multimediale della Grecìa Salentina, inaugurato lo scorso anno presso il Castello De’ Monti di Corigliano d’Otranto.
La discussione s’accende anche perché è chiaro a tutti che il contrasto c’è e si sente. Lo si evince dal capitolo del bellissimo libro di Santoro e Torsello “Ritmo Meridiano”. Del capitolo in questione parla, con molto garbo e cura, Roberto Raheli, uno dei fondatori del
Gruppo musicale di pizzica pizzica, gli Aramiré, nonché editore. Basta il titolo del capitolo per far capire a tutti i presenti che il fenomeno della pizzica pizzica merita attenzione e riguardo: “Purismo e Contaminazioni nella Musica Salentina”.
In conclusione, molte le domande del pubblico. Perché gli Aramiré durante il loro concerto non avevano addosso i vestiti tradizionali? La risposta: a voler essere pignoli, non esistono vestiti tradizionali se non tornando indietro nel tempo intorno al ’600 ’700, se non si vogliono indossare gli abiti da campagna dei nostri nonni.
Con quali passi si balla la pizzica? La risposta è semplice: non esistono passi specifici, esiste sì una scena fatta di gesti, sguardi, mimica-teatrale, questo perché la pizzica tarantata è quella del corteggiamento, quella delle notti d’estate in campagna seduti in cerchio…
Alla fine si deduce che l’oblio della pizzica è stato imposto dai nostri vecchi perché ritenuto povero, rozzo, impresentabile, e per salvare i propri figli da questa vergogna s’è deciso di non presentarla più in pubblico.
L’incontro s’è chiuso con uno scrosciante applauso per il prezioso contributo datoci dagli interventi degli autori al termine di una mattinata che vedrà l’aperitivo offerto dall’Associazione e il saluto a chi ritorna in Italia. Naturalmente il resto del pubblico rimane per il pranzo domenicale in sede, come i signori Blasi, d’altronde buoni conoscitori della città di San Gallo, sia artisticamente che soprattutto per le sue specialità culinarie, specialmente per la rinomata St.Galler Bratwurst. A proposito, chi non la conoscesse dovrebbe solo fare un salto qui da noi; ve la faremmo provare pronta cucinata nella nostra Associazione, perché in fatto di cucina siamo insuperabili.
Conclusioni: è stato importante aver conosciuto persone che da domani ci potranno aiutare a far crescere iniziative a carattere culturale, soprattutto per la terza e la quarta generazione. Questo è un momento davvero importante, almeno da come lo stiamo sperimentando, prendendo anche per buona la nuova legge per i pugliesi nel mondo. Noi vorremmo solo far saper che il nostro impegno dura da anni, ma, se trova sbocchi solo oggi, è anche merito di piccoli ed interessanti innesti, per lo più giovanili, nell’organico del Direttivo dell’Associazione. Bisogna ricordare una figura in particolare, che con il suo fiuto, la sua ostinazione, dedizione, la sua generosità, la passione totale per l’Associazione, ha permesso di poter organizzare al meglio e con credibilità questo trentennale. Si tratta del nostro presidente, Luigi Maniglio, originario di Martano (Lecce).
Un grazie infine a chi ha creduto in questa iniziativa: Aramiré, Gal, Massimo Pillera, Cosimo Del Casale, Sergio Blasi e la Faps.

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